venerdì 9 marzo 2012

The Descendants



Il più delle volte sarebbe meglio rinunciare all'esercizio di tradurre e reinventare titoli. L'ultimo esempio è Paradiso amaro, versione italiana di  The Descendants.
Paradiso amaro riecheggia il prologo del film, quelle prime parole affidate alla voce narrante del protagonista, che suonano come un avvertimento: è folle chi pensa che gli abitanti delle Hawaii vivano perennemente in vacanza e siano immuni da problemi e sofferenze.
Lo spettatore, quindi, è presto messo in guardia: sappia da subito che non si troverà di fronte ad una storia in sintonia con l'ambientazione. Ma questa, per l'appunto, è soltanto una premessa.
The Descendants, invece, punta l'attenzione sui personaggi, gli eredi. In senso lato, e nel caso specifico, gli eredi sono coloro che ricevono un lascito e, contestualmente, la responsabilità di scelte importanti.
Matt King, il protagonista, è un avvocato e sta curando la vendita di una cospicua eredità terriera ricevuta, insieme ai cugini, da nobili antenati. È in gioco il futuro di uno dei pochi angoli dell'isola ancora non raggiunto dal cemento e dal turismo di massa e Matt è consapevole delle ricadute ambientali legate alla sua scelta.
Anche sul fronte degli affetti familiari Matt deve confrontarsi con situazioni difficili.
Si trova a dover essere l'esecutore del testamento biologico che la moglie, ora in coma irreversibile, si era preoccupata di redigere in tempi non sospetti.
Padre fino a questo momento poco presente, deve occuparsi delle due figlie e portarle progressivamente ad accettare l'idea che la madre dovrà morire. Deve anche informare parenti e amici perché possano, se lo ritengono, andare a porgere il loro ultimo saluto prima del distacco del macchinario.
Deve da ultimo, quasi per ironia della sorte, avvertire persino l'amante di sua moglie. Quest'ultimo obbligo morale costituisce il filone principale del film, e porta lo spettatore a seguire gli spostamenti di Matt sulle tracce del suo "rivale". È nelle varie tappe della storia che si coglie la contraddizione tra i luoghi paradisiaci, dove tutti sognano di andare almeno una volta, e la pena nascosta sotto le colorate camice a fiori di un uomo che in quella bellezza naturale ci vive. Il senso del film, però, non può restringersi a questo aspetto, non può essere solo il "paradiso amaro".
Non so se "Gli eredi" equivalga a "The descendants". Ho paura di no. Ho il dubbio che una traduzione letterale evocherebbe solo battaglie legali per la spartizione di soldi e beni immobili. In questo film c'è un'etica che aleggia su tutto. In virtù di solidi principi Matt King ha sempre avuto un rapporto equilibrato col denaro ed ora il suo senso di distacco, la sua mancanza di accanimento, gli consentono di avere un rapporto equilibrato anche con la morte.

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